Denim in chiave sartoriale
14/10/2024
Si potrebbe dire che la moda sia come una grande storia, simbolicamente e concretamente parlando. È la trama a gettare le basi del racconto, a determinare i percorsi, le svolte e i guizzi creativi. Questo avviene anche in un abito elegante o in un qualunque altro capo d’abbigliamento, nei quali è la trama del filato a sostenere il messaggio, in tutte le sue declinazioni. Di fronte a tecniche diverse utilizzate per dare vita a un tessuto, la tintura in capo è particolarmente apprezzata, poiché permette di dare vita a elementi unici, nei quali una sfumatura non è mai uguale all’altra.
Ecco una semplice guida per scoprire cos’è la tintura in capo, com’è nata e quali sono le sue caratteristiche.
Prima di entrare nel merito della sua storia, è bene affrontare prima di tutto il significato di “tinto in capo” e le caratteristiche di questo tipo di colorazione. Con il termine si intende un procedimento che non prevede la colorazione del filato (tintura in filo) o della stoffa (tintura in pezza), ma consiste nel colorare il capo solo dopo la sua realizzazione, verso le fasi finali del processo manifatturiero. La tintura di capi d’abbigliamento attraverso questa tecnica dà vita a un colore meno omogeneo rispetto alle altre modalità, caratterizzato da sfumature irripetibili e da un effetto slavato molto accattivante.
Come spesso accade in numerosi settori industriali occidentali, anche nella moda esistono idee le cui origini giungono da molto lontano. Nel caso della tintura in capo l’ideazione delle prime manifestazioni della tecnica va attribuita al Giappone del VIII secolo, dove si era soliti tingere i capi a mano secondo un procedimento chiamato Shibori. In base a questa tecnica un capo (in genere in seta, cotone o canapa) veniva annodato e in seguito messo a bagno con il colore. In base alle caratteristiche e alla posizione dei nodi, lo Shibori dava vita (e lo fa tuttora) a pattern diversi.
Quando la tecnica fu riproposta in Occidente, anche l’Italia se ne fece pioniera, poiché recuperò il modello giapponese e lo sottopose a ulteriori sviluppi, fino a introdurre la tintura in capo nel mercato dell’abbigliamento. Il responsabile di questa innovazione all’interno della moda italiana fu il designer Massimo Osti, che negli anni ‘70 non si limitò a recuperare ciò che gli orientali già avevano inventato con ottimi risultati, ma lo perfezionò assieme ai dipendenti e collaboratori della sua azienda, limitando i difetti in fase di tintura.
Dopo Osti, altri grandi esponenti del fashion assunsero questo procedimento come passaggio fondamentale per la creazione dei propri capi d’abbigliamento, decretando la sua grande diffusione. La tintura in capo è utilizzata oggi da molti brand per presentare al pubblico capi caratterizzati da qualità e unicità.
A una primissima occhiata alcuni esempi di tintura in capo sembrerebbero non presentare molte differenze rispetto ad altre tecniche, ma basta avvicinare un po’ lo sguardo al filato per rendersi conto di quanto questo procedimento sia distante dai suoi “colleghi”.
Per ottenerlo si parte dal capo grezzo o bianco, che viene preparato per la tinta. Viene poi immerso all’interno di vasche contenenti il colore o messo in appositi macchinari simili a lavatrici, che possono essere regolati in base all’effetto che si vuole ottenere.
Il risultato presenta dei tratti estetici notevoli che si vanno ad aggiungere ai numerosi vantaggi di questa tipologia di tintura:
La tintura in capo non è tuttavia esente da qualche punto debole, come per esempio una certa attenzione nell’utilizzo di componenti metalliche non in ferro, poiché le sostanze utilizzate per la colorazione potrebbero rovinarle. Anche le cuciture devono essere precise, per agevolare la penetrazione del colore nel tessuto.
È inoltre necessario sottoporre i capi a dei controlli regolari da parte di personale qualificato, per assicurarne la qualità.Grazie alla sua versatilità, la tintura in capo può essere applicata a moltissimi prodotti diversi, dagli strati inferiori a quelli superiori di un outfit, motivo per cui spopola tra le nuove collezioni. È difficile stabilire delle regole di stile, poiché un look composto da capi tinti in questo modo può essere creato in molti modi diversi, a seconda delle tue preferenze e degli stili che ti affascinano di più. A contribuire alla grande popolarità di questo modo di concepire il tessuto è la capacità di quest’ultimo di adattarsi tanto agli outfit casual quanto a quelli più formali ed eleganti, donando loro un appeal particolare.
Come si abbinano però le caratteristiche estetiche di questa tecnica? Ecco di seguito qualche breve consiglio in base ai diversi stili:
Per un effetto urban chic è possibile optare per dei pantaloni chino marroni slim fit o regular fit, grigi o neri tinti con questa tecnica, su un maglioncino turtleneck e su un cappotto lungo, concludendo con un berretto in lana.
Non mancano inoltre tra questo stile anche le giacche ispirate ai divi di hollywood degli anni ‘40/’50. La tintura di un montone in capo per esempio - così come tingere giacca di pelle - conferisce a questo elemento moda un aspetto vissuto, quasi rovinato.
Per donare un tocco chic al tuo outfit puoi optare per dei pantaloni chino, abbinati a un turtleneck, a dei mocassini e a un capo outerwear. Per un’occasione ancora più speciale puoi invece utilizzare una camicia tinta in capo, abbinata a un paio di pantaloni dal taglio classico, a una cravatta o a un papillon, e a delle stringate nere in pelle.
Sono soprattutto le giacche ad adattarsi alla perfezione a questa tecnica, poiché quest’ultima offre a finiture e dettagli quell’unicità spesso molto richiesta tra i prodotti sartoriali. Puoi quindi mantenere un tono giovanile e meno impostato abbinando uno spezzato (composto da pantaloni in lana e maglioncino) a una giacca monopetto tinto capo. Via libera anche alle doppiopetto, per un look da vero gentlemen! Accogli nel tuo guardaroba i toni autunnali con i jersey finestrati, oppure esalta il tuo lato chic con giacche monocolore in lana, cashmere o velluto nei toni del blu, del grigio, del marrone e del rosa, un colore che ha ritrovato il proprio spazio anche nella moda uomo!
Non mancano infine le elegantissime declinazioni tinte in capo dei completi eleganti. Se vuoi indossare un due pezzi capace di mostrare sfumature uniche nei dettagli, puoi farlo con modelli beige, marroni o verde oliva a righe sottili, con i finestrati in lana o con i monocolore regular fit. Completa il tutto con una sofisticata pochette da uomo!